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Tanti auguri Verdi!

Ben 200 anni fa, in un piccolo paesino chiamato Roncole di Busseto, nel Ducato di Parma, nacque Giuseppe Fortunino Francesco Verdi. Di umilissima origine – il padre era un oste, la madre una filatrice – fin da piccolo prese lezioni di organo nella chiesa locale, dal maestro Pietro Baistrocchi. Da queste prime lezioni il talento del giovane crescerà fino a portarlo ad essere più che un semplice, seppur grande, musicista: Verdi sarà uno dei simboli del Rinascimento italiano, colui che, con la sua musica, riuscirà, possiamo ben dirlo, a scuotere l’anima dei milanesi e degli italiani.

verdiLa vita del grande maestro non fu sempre rose e fiori; già dall’inizio sembrò essere ostacolata da sfortunate circostanze: non venne ammesso subito al conservatorio di Milano (che porterà, poi, il suo nome); già alla seconda opera rappresentata alla Scala, composta poco dopo la morte del figlio e della moglie, ricevette i fischi del pubblico…

Il fiasco è solo temporaneo: pur essendosi ripromesso di non comporre più, Verdi porta alla Scala una nuova opera, che ha grande successo. La vita sembra essergli più sorridente e sposa Giuseppina Strepponi.

Non dobbiamo dimenticarci che Verdi non compose solo opere. La Messa da Requiem è scritta e pensata nel 1873 come celebrazione per la morte di Alessandro Manzoni; il Te Deum, lo Stabat Mater e le Laudi alla Vergine seguiranno nel 1898.

La sua opera più grande, dirà l’artista stesso, fu la realizzazione della Casa di Riposo per Musicisti, che sorge tutt’ora a Milano ed è pienamente operativa (di qualche anno fa, tra l’altro, il concerto della Cappella Musicale nella stessa, diretta da Claudio Riva); tuttavia rimase chiusa finché il musicista fu in vita. Verdi specificò di non voler mai essere ringraziato!

Il 27 gennaio del 1901, al “Grand Hotel De Milan”, in un appartamento dove era solito alloggiare durante l’inverno, colto da malore, dopo sei giorni di agonia Verdi muore. Le strade erano state ricoperte di fieno dai milanesi affinché gli zoccoli dei cavalli non disturbassero il grande maestro durante il riposo.

Una vita di note, suoni, musiche e opere straordinarie si conclude nel silenzio dei funerali, che rispettano la volontà di Verdi di essere semplici e senza musiche. Un mese dopo i corpi di Verdi e della Strepponi vengono portati alla Casa di Riposo per Musicisti. Accanto a Verdi e alla seconda moglie riposa anche la prima: ad entrambe egli fu molto legato.

Tuttavia non poté mancare il saluto di Milano e dell’Italia intera: Arturo Toscanini, in testa all’orchestra della Scala e ad un coro di ottocento persone, sulla gradinata intona il “Va Pensiero” del Nabucco. L’addio a Giuseppe Verdi.

Per sapere altro su Verdi e sulle iniziative per il 200esimo dalla nascita, clicca qui!

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