Riproponiamo una intervista del II anno editoriale del giornalino a Ottavio Dantone, famoso musicista ed ex-alunno della Cappella Musicale del Duomo di Milano.
Una speciale intervista a Ottavio Dantone, ex alunno della Cappella Musicale, ora uno dei più grandi musicisti italiani. Ha al suo attivo numerose incisioni discografiche, molte delle quali premiate da varie riviste specializzate di musica classica.
Cosa ti ricordi della Cappella Musicale del Duomo di Milano?
Mi ricordo tutto, nei minimi particolari. Ricordo le aule di scuola e quelle di studio, le sale prova, i vecchi armonium, la mensa, il cortile per la ricreazione, tutti gli appuntamenti che scandivano la nostra giornata, dalla preghiera del mattino all’ultima prova serale. Il 21 di novembre sono riuscito, finalmente dopo tanti anni, ad andare a trovare don Luciano. Oltre all’emozione di rivedere una persona a me così cara, ho avuto la gioia di constatare che, dopo oltre trent’anni poco o nulla era cambiato, ed è stato come non essere mai andato via.
Ritieni che aver potuto far musica tutti i giorni sotto la guida di don Luciano ti sia in qualche modo servito per la tua carriera musicale?
Assolutamente sì. Don Luciano è un grande musicista ed essergli stato vicino e averlo visto lavorare per tanti anni mi ha insegnato molto. Ricordo che quando ero ragazzino gli facevo sentire le mie prime composizioni e lui mi dava preziosi consigli. Ma ricordo soprattutto che già da bambino ero affascinato dalla sua sensibilità, dalla sua vena creativa e dalle sue incredibili capacità pedagogiche.
Come hai fatto a raggiungere il successo in campo musicale?
Sinceramente, non ho mai cercato il successo in quanto tale, inoltre fino a oltre trent’anni non ho mai neppure pensato di fare il direttore d’orchestra. Certo, ho sempre studiato tanto… Oltre ai miei strumenti, l’Organo e il Clavicembalo, ho amato particolarmente l’armonia e il contrappunto e questo mi è servito molto per la mia attività, in più è inutile negarlo, ho avuto la fortuna di ricevere dal cielo doti particolari e una certa facilità. Qualcuno se n’è accorto e a poco a poco mi è stata data l’autorità di poter fare il direttore d’orchestra.
E’ vero che tuo padre non voleva che tu studiassi musica?
La mia non è una famiglia di musicisti, per cui quando, dopo aver terminato le scuole medie alla Cappella Musicale, decisi di iscrivermi in Conservatorio, mio padre mi disse di pensarci bene. Credo che avesse il timore, (del tutto legittimo) che nel futuro io non potessi badare economicamente a me stesso e alla mia famiglia. Ancora oggi nell’immaginario collettivo la figura del musicista non è considerata esattamente come una professione sicura, e in effetti non lo è, perché prima di tutto è una passione, una vocazione, un impulso irresistibile che poi diventa anche il proprio lavoro e la propria fonte di sostentamento.
Adesso che cosa ne pensa?
Naturalmente, visto i risultati, oggi mio padre è felice ed orgoglioso, oltre ad essere il mio primo ammiratore.
Che consigli hai da darci?
Cercate di sfruttare fino in fondo la fortuna di essere capitati in una scuola come la Cappella del Duomo. La possibilità di cantare, fare musica insieme, essere seguiti con tanta attenzione ed affetto, come in una grande famiglia, sono privilegi che pochissimi come voi hanno al mondo. Quando si è lì non ci si rende conto fino in fondo di questo, ma quando sarete fuori ne sentirete tanto la mancanza. Però se saprete assorbire il più possibile tutti i valori umani, artistici e spirituali che un luogo come questo vi dona, assieme alla nostalgia avrete una forza in più, che vi permetterà di vivere meglio in questo mondo sempre più difficile e problematico.
3 risposte su “Intervista a Ottavio Dantone”
un saluto da un ex alunno che, del periodo trascorso alla Franchino Gaffurio,conservi dei bellissimi ricordi.
Molto,molto bello!
Un caro saluto a “Sandro”. Stefano Gioia