Nella cappa di san Martino le radici della Cappella Musicale
La tradizione del canto liturgico: come nasce la più antica istituzione culturale di Milano
Ma come mai si chiama Cappella? Il termine deriva dalla «cappa» o mantello di san Martino, vescovo di Tours, custodita all’interno della chiesa dei re Merovingi , detta appunto «cappella». Alla cura della cappa del santo erano posti i cappellani ecclesiastici, cui competeva anche il canto liturgico, non accompagnato da strumenti e quindi detto «a cappella».
Il canto liturgico ha però le sue differenze: si parla di «coro» quando ci riferiamo al complesso di voci dei fedeli istruiti allo scopo, spesso posti ai lati dell’altare, con una disposizione che prevede a destra gli uomini e a sinistra le donne ed i fanciulli. Con il termine «schola cantorum», per lo più di estrazione parrocchiale, si indica generalmente un gruppo composto da voci virili e da fanciulli, con un più ampio repertorio di canti diretti da un maestro.
Più articolate e complesse sono le caratteristiche che configurano una cappella musicale.
Infatti, ad essa si richiede un’antica fondazione, legata ad una cattedrale, a una basilica o a un santuario. La necessaria continuità di attività e tradizione deve aver dato luogo ad un patrimonio musicale di grande valore artistico. Per motivi storici e funzionali, i bassi, i tenori e i contralti sono affidati a musici professionisti, mentre le voci acute, chiamate «bianche», sono quelle del canto dei fanciulli, organizzati e istruiti in una scuola.
Il prezioso patrimonio religioso e culturale prodotto e mantenuto vivo dalla Cappella Musicale del Duomo, la sua storia e la sua evoluzione, sono alla portata di chiunque varchi la soglia della Cattedrale per ascoltare e conoscere questa realtà custodita dal simbolo di Milano: la sua voce, il suo canto, la sua musica.
Una risposta su “Alle radici della Cappella Musicale”
Voi siete e rimarrete mitici!!