MILANO. “Una Coca Cola è sempre una Coca Cola e non c’è quantità di denaro che possa farti comprare una Coca Cola più buona di quella che l’ultimo dei poveracci si sta bevendo sul marciapiede sotto casa sua. Tutte le Coca Cola sono sempre uguali e tutte le Coca Cola sono buone. Lo sa Liz Taylor, lo sa il Presidente degli Stati Uniti, lo sa il barbone e lo sai anche tu”.
Questa è una delle frasi che più ci è rimasta impressa di Andy Warhol, il re della Pop Art. Siamo andati al Palazzo Reale di Milano a vedere la mostra dei suoi quadri provenienti dalla collezione privata di Peter Brant, appassionato degli artisti contemporanei. Sono 165 le opere, tra cui quadri e foto-ritratti che si possono visitare fino a marzo. Dalla morte ai soldi, dai personaggi famosi alla pubblicità: sono questi i temi principali che abbiamo potuto osservare visitando le varie sale della mostra. C’era il famoso quadro di Marilyn Monroe con il restauro in fronte raffigurante il proiettile che lo aveva colpito dentro la sua Factory. E ancora i quadri delle famose zuppe Campbell’s, della Coca Cola, degli scheletri sorridenti o suoi autoritratti. La sua arte è stata definita “popolare”: ecco perché “Pop art”.
Una sua amica un giorno gli disse di dipingere la cosa che gli piaceva di più in assoluto: da qui nasce il simbolo del dollaro e le famose zuppe Campbell’s. Abbiamo visto una serie di quadri in cui l’immagine principale era ripetuto più volte con colori diversi. Lui diceva infatti “Non è forse la vita una serie d’immagini, che cambiano solo nel modo di ripetersi?” . Così la Gioconda, Marilyn La mostra termina con L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci: proprio quest’opera fu esposta a Milano nel 1987 e fu la sua ultima mostra prima di morire per un banale intervento chirurgico il 22 febbraio dello stesso anno.
“Il nostro unico consiglio è quello di non perdersela. E’ davvero un’ occasione unica per conoscere a fondo uno dei più grandi artisti di sempre e per saperne di più sulla Pop Art”. Lo diceva lui stesso.
Luis e Matteo 3G, Gorizia