Le vetrate! È difficile non notarle con il loro trionfo di colori. Le vetrate non decorano soltanto, ma ci raccontano anche una storia: se andate verso la quinta vetrata nella parte destra dall’ingresso potrete leggere alcune vicende del Nuovo Testamento. Se avrete abbastanza pazienza, potrete anche trovare una sezione dove c’è il Presepe.
Le vetrate sono realizzate con tanti pezzi di vetro di diverse dimensioni, tutti colorati. Uniti nel modo giusto con delle strisce di piombo, si formano le immagini. Le vetrate si leggono proprio come un libro, ma dal basso verso l’alto. In Duomo ci sono 55 vetrate.
Le grandi colonne del Duomo ci colpiscono fin dall’ingresso: sono 52, come le settimane dell’anno, e ci accompagnano verso l’altare.
Dietro a questo ci sono tre enormi vetrate, che sono le più grandi del Duomo e, pensate un po’, del mondo! Come le altre narrano delle storie: quelle dell’Antico Testamento, del Nuovo Testamento e dell’Apocalisse: stanno a simboleggiare che Gesù è il senso del passato, del presente e del futuro.
Soffermatevi su quella centrale, che si vede dietro all’altare: la parte rotonda sulla sommità (rosone) reca un bassorilievo marmoreo. È la Raza; la storia di questa sorta di sole è molto curiosa. Ancora una volta torniamo a Gian Galeazzo Visconti.
Questo personaggio si era impadronito con un sotterfugio della città di Milano, imprigionando lo zio Bernabò Visconti e facendolo morire di fame, e aveva fortemente voluto la realizzazione del Duomo in marmo di Candoglia. Mise quindi a disposizione le cave di sua proprietà e si iniziò a trasportare le pietre nel luogo dove verrà costruito il Duomo.
Ma non era un atto di semplice generosità: Gian Galeazzo intendeva realizzare un monumento per sé e la sua famiglia. Compresi i suoi intenti, la Fabbrica del Duomo cercò di svincolarsi economicamente dal principe di Milano e licenziò l’arrogante architetto francese da questo imposto a capo del cantiere, architetto che sosteneva il Duomo non si sarebbe mai potuto reggere con le sue alte guglie (che oggi svettano nel cielo di Milano).
Secondo i desideri di Gian Galeazzo, al posto della Raza avrebbe dovuto occupare l’intera vetrata il biscione simbolo visconteo. In un primo momento si appoggiò questa volontà, ma poi il biscione fu ridimensionato e limitato a metà della vetrata, poi, in seguito alla morte del Visconti, si sostituì definitivamente con la Raza, un “secondo” emblema visconteo: dieci serpenti ondulati che formano un sole. L’occhio dell’incauto osservatore medievale avrebbe certamente detto essere il simbolo del Sol Justitia, emblema di Gesù, piuttosto che il simbolo dei Visconti. In effetti la Raza si trova sotto alla raffigurazione del Padre e dello Spirito Santo, più simile a un’aquila imperiale che a una colomba.
Questo splendido rosone si può ammirare anche dall’esterno!
Anche oggi il nostro viaggio termina qui… non mancate di visitare il nostro sito se vi interessa il seguito!
2 risposte su “Alla scoperta del Duomo di Milano (2)”
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